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Mariella Loro

SottilEvento

Fisionomie accennate nell’empito visionario di fluenti deformazioni iconiche, sagome inquiete di dissolvenze mnestiche di rapimenti onirici affondati nella tremula semovenza del riflesso ondulato, fugaci apparizioni animate, aleggianti al sibilo di un alito sottile che Mariella Loro cattura in  flautate modulazioni di sinuose smussature, inscritte nell’agile traiettoria del  moto curvilineo uniforme, paradigma grafico di una effusa scioltezza segnica di ghirigori istintuali che raccordano concave campiture di pigmenti bruniti nella mescola lubrica di dense elucubrazioni espressioniste.

Quando l’elegia dell’incantamento percorre il palcoscenico della memoria, il ricordo recita a soggetto, in un  contrappunto di forme allusive e simboliche, un’ interpretazione intimista e magica della realtà sub specie theatri: l’angolazione tagliente degli occhi  e il protendimento aguzzo delle dita fra pieghe di tempi affastellati nella spezzatura musicale di un ritmo emotivo,  mimano tout court la rappresentazione lirica dell’umano in un immaginifico affresco vitalistico, evocano lo spettacolo dell’opera universale dell’esistenza, col pathos dello specchio in cui Mariella Loro, spettatrice assorta, attinge dalla propria, l’anima volubile del mondo, per dilatare i contorni della percezione ottica e affondare la spirale rituale della riflessione intimista nella direzione di una speculazione antropologica.

Sull’asciutta asperità di carte grezze, corrugate di porose screpolature, che l’estro dirompente ritaglia in forme sinusoidali di pensiero, si stinge l’impronta liquida dell’ esperienza dolorosa, si assorbe la ferita della sensibilità offesa, si spande la soffusa sbavatura dell’abbandono malinconico  in stirate lingue di sbavature fluide, cangianti striature di  processi psichici che erompono in flagrante evidenza di caldi impasti gravi di cupe macule, a tracciare la mappatura di un variegato substrato ctonio dell’Io, da cui affiorano rabdomantiche stille di coscienza collettiva.

Frammentario e insieme ricapitolare l’arabesco di archetipi, blasoni e decori pencolanti dall’ albero rovesciato di una genealogia ispirativa, da cui discende l’eredità  imprescindibile delle acquisizioni paterne di Loro, si dipana al vento di nuovi orientamenti stilistici a  indicare la direzione che trascinerà verso il prossimo futuro, un’arcaica pittura epifanica, misteriosamente ondivaga tra stupefatte memorie e lucidi presagi, immersa nella decifrazione dell’ “evento sottile” della vita.