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Ercolina Visca

Sentimento e ragione
Una dicotomia apparentemente insanabile percorre l’urgenza stringente di una sperimentazione pervasiva che individua nell’interazione multipla di tecniche e linguaggi difformi la traiettoria di una ricerca espressiva variegata e composita, raggiunta nella commistione di esiti stilistici contrapposti dialetticamente congiunti nel rinvenimento di una complessa correlazione ultimativa.
Se da un lato le prove figurative sono contrassegnate dall’empito emotivo di una trasfigurazione espressionista che antepone alla traccia mimetica di una esplicita vocazione realista, l’intensa vibrazione della sua traslazione in vivida immediatezza di sensazione visiva, che investe l’esercizio dell’osservazione del connotato pregnante della visionarietà; dall’altro le asciutte sintesi informali, geografie minime di alfabeti segnici elementari, si situano sul versante dell’astrazione più nitida, tradotta in efficace predominanza formale di matrici definite, a regolare con sicuro rigore compositivo il ritmo studiato della gestualità, depurata di ogni istintualità irrisolta e piegata alla sua eminente funzione rappresentativa.
Così nel crepitio di accensioni subitanee di scorci paesisti di nature montane incontaminate in cui riverbera il silenzio sonoro di uno spazio intimo assoluto  come sui tratti incisivi di volti fuggenti nella fuliggine odorosa della memoria spenta, emerge la materia incandescente della facoltà creativa che riveste il mero dato percettivo dell’oggetto fenomenico dell’aura epifanica di un lampante riconoscimento di verità; nelle declinazioni grafiche di aniline fluide che stillano liquidi lubrici sulla tersa opacità del poliuretano, nelle variazioni seriali di smalti corruschi che dardeggiano squillanti cromie dalla dinamica dei vortici e dalla disseminazione delle gocce, affiora la densità semantica dei morfemi di un dripping essenziale, che erompe nella magmatica risultanza delle macchie pulsanti, coaguli filamentosi di linfe chimiche.
Imperniato sull’enunciazione evocativa del pathos trascinante che avvolge la cadenza sincopata dei corpi lanciati nell’esaltazione della tensione tersicorea, il ciclo dedicato alla danza si proietta senza esaurirsi nella prepotente compenetrazione degli opposti, rimescolando in una cogente unitarietà di grado superiore le due fasi antitetiche menzionate: la materia evanescente che fluttua attorno alle taglienti evoluzioni dei tangheri sospende le coppie serrate dal vincolo musicale nella levità di una estraniazione prospettica che libera le corde della dimensione metafisica, introducendo la traiettoria indefinita delle suggestioni emotive nel cerchio scandito dalla geometria dei passi, nel felice contrappunto che intreccia all’empito violento del sentimento, l’equilibrio costante della ragione.
Ercolina Visca -  L O G O S  4  A R T